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JBS Agency è impegnata in un progetto di export del Made in Italy dedicato alle aziende agroalimentari italiane che vogliono esportare il proprio prodotto in Cina attraverso un partner affidabile e una filiera garantita ad ogni passaggio. Un’operazione possibile grazie al progetto Laowaicang (leggi subito).

Laowaicang è un progetto importante che ancora poche aziende riescono a comprendere o a cogliere, spesso a causa di esperienze negative subite in passato. Ma, come indica il IX Rapporto Annuale dedicato alle imprese che vogliono fare della Cina il proprio volano di sviluppo e di crescita, i tempi sono maturi. E, trovato il partner giusto, l’opportunità va colta sin da subito. Presenti all’evento, vi offriamo un resoconto del convegno di presentazione del IX Rapporto Annuale 2018 “Cina. Scenari e Prospettive per le Imprese”.

 

IX Rapporto Annuale 2018

CINA. SCENARI E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE” 

 

16 Luglio 2018, MILANO – Si è tenuta oggi a Palazzo Lombardia la presentazione, organizzata dalla Fondazione Italia Cina e dalla Regione Lombardia, del IX Rapporto Annuale 2018Cina. Scenari e prospettive per le imprese“, il rapporto previsionale che raccoglie ricerche, analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sulla Cina. Il Rapporto è elaborato dal CeSIF, il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina.

Il rapporto annuale ha dato origine a un momento di riflessione importante per analizzare passato, presente e futuro della Cina in corrispondenza al valore che una più intensa collaborazione e un cambiamento di prospettiva tanto imprenditoriale quanto culturale può apportare all’imprenditoria italiana, sia sul territorio asiatico che all’interno dei confini italiani.

A parlarne: Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia, Fabrizio Sala, Vice presidente Regione Lombardia, ed Ettore Sequi, Ambasciatore italiano in Cina, in video collegamento da Pechino. Sono intervenuti Filippo Fasulo, Coordinatore scientifico CeSIF (Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina), Marco Rota Candiani, Partner Studio legale Hogan Lovells, Giulio Finzi, Segretario Generale Netcomm, Antonella Bertossi, Partner Relationships & Marketing Manager Global Blue Italia. I casi aziendali sono stati raccontati da Emanuele Vitali, Co-Founder, Responsabile marketing e vendite East Media, e Giuseppe Pignanelli, Direttore Generale Travaglini. La presentazione del Rapporto edizione 2018 è stata anche l’occasione per la prima uscita pubblica del nuovo Presidente della Fondazione Italia Cina, Alberto Bombassei.

Ha moderato l’evento Ferruccio De Bortoli.

Rapporto Annuale 2018 “Cina. Scenari e prospettive per le imprese“. Edizione numero 9

L’edizione 2018 del Rapporto annuale è composta da 309 pagine, 251 grafici, 28 tra tabelle e box. La pubblicazione prevede sei sezioni: le prime quattro riportano un’analisi di rischio Paese da un punto di vista politico, macroeconomico e di business environment. La quinta espone le principali implicazioni e opportunità settoriali per le imprese estere in Cina, con particolare riferimento a quelle italiane, ma anche per l’Italia come Paese. Nello specifico sono analizzati 11 settori: alimentare, sanitario, retail, beni di lusso, energia e tecnologie pulite, ambiente, chimica, macchinari, automotive, media e intrattenimento, arredamento. L’ultimo capitolo presenta le opportunità in Italia: turismo cinese e shopping, investimenti e incoming di studenti dalla Cina.

LA CINA È IL MERCATO DEL FUTURO
E in Italia a trainare l’interscambio del mercato italo-cinese è la Lombardia

Ad aprire il tavolo dei lavori, Fabrizio Sala, Vice Presidente Regione Lombardia: La Cina è il mercato futuro fondamentale. Negli anni pre e post-Expo abbiamo avuto risultati economici eccezionali. Per incrementare i rapporti con la Cina, in questi anni abbiamo portato avanti importanti iniziative. Ad esempio nel settore delle infrastrutture, il treno merci diretto da Mortara alla Cina, con due o tre convogli alla settimana e con un prezzo medio, a metà tra la via aerea e la via navale. Abbiamo inoltre un grande progetto, le Vie della Seta, che ha visto un interscambio nel 2016 di 15 miliardi e riteniamo che questi numeri potranno aumentare, soprattutto per quanto riguarda la Regione Lombardia”. Fabrizio Sala ha poi aggiunto: “Siamo molto interessati ai consumi in Cina, che stanno aumentando e puntano sempre più verso prodotti di qualità. Abbiamo fatto un investimento di 40 milioni di euro verso l’internazionalizzazione, alcuni dei quali destinati alla Cina, anche per organizzare meeting e network qui, in Lombardia. A settembre convocheremo il “Tavolo dell’internazionalizzazione”, dove tutti i soggetti coinvolti nell’internazionalizzazione si siederanno per elaborare strategie comuni sui mercati esteri, in modo da condividere insieme gli strumenti e le azioni per il futuro. Crediamo che il futuro sarà estremamente positivo nei rapporti fra l’Italia e la Cina, anche tramite l’attuazione del principio di sussidiarietà, quindi grazie al contributo dei soggetti più esperti, come la Fondazione Italia Cina”.

CINA: SCOMMESSA VINCENTE 
Nel breve e medio periodo si apriranno importanti finestre per l’esportazione delle eccellenze italiane in Cina sempre più desiderosa di prodotti di qualità

Nel suo intervento, il Presidente della Fondazione Italia Cina Alberto Bombassei ha commentato: “La sfida sulla Cina è da anni una scommessa vincente. In Italia crescono da tempo dubbi verso meccanismi di espansione dell’economia, non solo in relazione alla globalizzazione, ma anche rispetto al multilateralismo. I risultati della ricerca condotta dal CeSIF sulla Cina e sui rapporti con il nostro Paese dimostrano che la Cina ha visto negli ultimi anni uno sviluppo più stabile ed equilibrato. Uno sviluppo dove a primeggiare è la qualità rispetto alla quantità. L’orizzonte del progetto “Made in China 2025″ è sempre più vicino, comprenderne le dinamiche è sempre più cruciale”.La Cina che cambia porterà grandi opportunità per le aziende italiane – ha aggiunto il Presidente della Fondazione Italia Cina. – Alla crescita qualitativa della produzione cinese, infatti, si affianca un aumento della domanda di prodotti di qualità in un contesto generale di incremento dei consumi. Per questa ragione nel breve e medio periodo si apriranno importanti finestre per l’esportazione delle eccellenze italiane in Cina. Ma nel lungo periodo gli imprenditori italiani dovranno coltivare creatività e qualità perché la Cina punta a produrre a quei livelli e non possiamo restare indietro”.

Ha infine concluso Alberto Bombassei: “Oggi in Cina ci sono 31 province, ognuna con le sue ricchezze e difficoltà, che compongono un Paese in cerca di un nuovo equilibrio. Occorre una sempre maggiore consapevolezza nei rapporti con la Cina: la Fondazione Italia Cina lavora sulla formazione e sull’informazione ed è in questa ottica che viene pubblicato il Rapporto Annuale”.

CINA: L’INFLUENZA POLITICA E L’EVOLUZIONE COMMERCIALE
Il presidente Xi Jinping e la nuova era cinese: meno quantità e più qualità

Filippo Fasulo, Coordinatore scientifico CeSIF (Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina), ha descritto in maniera molto efficace lo stato in cui versa la Cina descrivendo un quadro di profondo cambiamento di lungo periodo in cui versano opportunità di sviluppo ma anche criticità da affrontare. Dove l’economia resta comunque seconda alla politica, si fa spazio il tema della globalizzazione.

In sintesi il 2017 è stato l’anno del rafforzamento della posizione di Xi Jinping sul piano interno e internazionale. Il XIX Congresso del Partito comunista cinese che si è tenuto nel mese di ottobre ha certificato la sua ascesa in un processo che si è completato con la riforma costituzionale, nel marzo 2018. Il discorso di Davos sulla globalizzazione e il lancio ufficiale della Belt and Road Initiative hanno definito la nuova proiezione estera della Cina di Xi Jinping. L’evoluzione del contesto politico interno ha un forte impatto, in quanto certifica la continuità delle linee di politica economica definite dal Governo cinese. Il contesto di riferimento continua a essere quello del New Normal, ovvero il riconoscimento che la Cina si trova in una nuova fase della propria economia caratterizzata soprattutto da un tasso di crescita più lento, e che il Paese sta affrontando una profonda transizione, che lo porterà ad essere un’economia avanzata e basata in particolare su consumi, servizi e innovazione. L’elemento cardine di questa nuova fase economica è che alla quantità bisogna dunque ora sostituire la qualità.

LE TRE BATTAGLIE: lotta alla povertà, rischio finanziario e tutela ambientale: è New Normal

Per raggiungere gli obiettivi indicati Xi Jinping, che nel frattempo ha accentrato su di sé il potere di indirizzo economico, ha delineato le strategie e i temi più significativi. La sua azione di politica economica, infatti, ruota attorno al concetto di Supply side structural reform, che prevede un miglioramento del processo produttivo attraverso la riduzione della sovracapacità. Nel corso del 2017, inoltre, il Presidente cinese ha identificato quelle che sono le priorità dell’agenda economica cinese, le cosiddette “tre battaglie”, quali: 

  • Eliminare la povertà
  • Ridurre il rischio finanziario
  • Proteggere ’ambiente. 

Questi tre temi sono coerenti con il modello del New Normal e sono un’indicazione della continuità che il rafforzamento del potere di Xi potrà dare alla politica economica cinese.

IL LUNGO PERIODO: obiettivo 2049

L’avanzamento per gradi è una caratteristica consolidata delle riforme cinesi, che si vedono anche negli obiettivi a medio e a lungo termine fissati dalla dirigenza cinese. Il Sogno Cinese, potente immagine di successo nazionale resa celebre da Xi Jinping nel 2012, punta a far diventare il Paese pienamente moderno entro il 2049, anno del centenario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Nel frattempo, nel 2021 verrà celebrato il raggiungimento di una società moderatamente prosperosa, in coincidenza con il centenario dalla nascita del Partito, e il 2035 sarà un passaggio fondamentale in vista della piena modernità. Un’altra ricorrenza cruciale sarà il 2025, quando terminerà la prima fase di Made in China 2025, il piano rivolto alla riqualificazione dell’intero tessuto industriale cinese. La crescita qualitativa del tessuto commerciale produttivo cinese comporterà sul lungo periodo la necessità di potenziare l’eccellenza creativa e produttiva italiana.

CINA VS USA: la guerra dei dazi

Il 2017 è stato anche l’anno della grande ascesa globale della Cina. La sovraesposizione cinese, però, non è legata solo alla Belt and Road Initiative, ma all’intensificarsi di un conflitto commerciale latente con gli Stati Uniti che si è manifestato in pienezza nella primavera del 2018. Questo tipo di frizioni erano state previste dal CeSIF, anche riprendendo quanto il presidente Trump aveva annunciato nel corso della campagna elettorale che lo ha portato a conquistare la presidenza. Il contrasto, tuttavia, non è inquadrabile soltanto in reciproche rappresaglie sui dazi, quanto piuttosto apre una lunga fase di confronto fra Cina e Stati Uniti sulla leadership economica globale, che porterà alla revisione dei pesi relativi delle maggiori economie mondiali. In questo contesto, il tema del primato tecnologico avrà un ruolo decisivo e non è un caso che l’azione del Presidente Trump si sia rivolta ai settori coinvolti dal piano Made in China 2025.

CONSUMI E TECNOLOGIA IN CRESCITA

È possibile confermare anche nel 2018 le due dinamiche principali per chi è intenzionato a confrontarsi con il mercato cinese. Da un lato, dunque, c’è la costante crescita dei consumi trainata dall’urbanizzazione, che apre opportunità di retail sia in settori a basso costo sia nei comparti del lusso, a patto però di calibrare bene le modalità di accesso al mercato, di posizionamento e di distribuzione.

Il secondo elemento, invece, è quello della crescita del livello tecnologico della produzione industriale cinese, una circostanza che richiederà nel breve periodo competenze e conoscenze, e che aprirà importanti nicchie nella componentistica meccanica. A questi si aggiunge un tema particolarmente rilevante, che però risulterà evidente solo nel medio periodo: la spinta cinese alla globalizzazione, cui fa riferimento la Belt and Road Initiative. In questa luce è opportuno osservare i temi chiave: consumi, qualità e globalizzazione.

Italia al top per l’export in CINA

Il 2017 ha visto la miglior performance di sempre per l’export italiano, per la prima volta sopra i 20 miliardi di dollari: +22%, una crescita mai così accelerata dal 2010 e miglior risultato di un Paese Ue in Cina.

OPPORTUNITA’ BILATERALI MULTIDISCIPLINARI

Essere presenti in Cina non significa solo delocalizzare. Come fa notare Candiani i primi problemi che la Cina deve affrontare in ambito industriale sono la scarsità di risorse umane qualificate e di una classe dirigente di spesso. “Oggi chi vuole demoralizzare la produzione va in Vietnam, Thailandia, Cambogia. In Cina le società estere stanno investendo in formazione locale”.

C’è poi la questione dei consumi che si interseca con la dimensione turistica e culturale dei cinesi che vengono in Europa. Come ha fatto notare Finzi (foto a destra), il commercio elettronico è ampiamente utilizzato in Cina (500milioni di utenti), più che in USA (180 milioni di consumatori), Europa + Turchia e Russia (300 milioni). Un’opportunità da cogliere per le aziende italiane che commerciano in Cina, ma che per ottenere dei risultati, si devono adeguare agli strumenti tecnologici e ai protocolli digitali locali cinesi nonché adottare codici visivi e comunicativi idonei all’utente finale.

Il gap culturale è oggetto di analisi anche da parte di Antonella Bertossi, Partner Relationships & Marketing Manager Global Blue Italia, che in relazione alla crescita di turisti cinesi in Italia afferma la mancanza di un’accoglienza adeguata e di una formazione culturale che abbatta le diffidenze. Un gap che va visto non come una mancanza, ma come un punto di partenza su cui costruire nuove opportunità e spazi di condivisione.

Laowaicang Project

export italia cina

Laowaicang è una trading company specializzata nel commercio di prodotti agroalimentari italiani in Cina. “Laowai – Cang” in cinese significa letteralmente “magazzino degli stranieri”. La vision sul lungo periodo è quindi già insita nel nome del progetto: creare un centro logistico per i produttori italiani e stranieri dal quale poter diffondere i loro prodotti enogastronomici in tutto il paese del dragone. La Laowaicang, situata ad Hangzhou, poco lontano da Shanghai, seleziona i prodotti enogastronomici corrispondenti alle esigenze dei consumatori cinesi, e ne cura l’intero processo di importazione. Dai propri magazzini di Hangzhou, Shanghai e Guangzhou, la Laowaicang, attraverso il suo team di venditori esperti provenienti dal mondo della grande distribuzione/Retail/Ho.Re.Ca. di ogni regione Cinese, commercializza i prodotti in tutta la Cina, attraverso diversi canali di distribuzione, dai punti di vendita offline, alle catene retail fino ai canali di vendita online dove il sito della Laowaicang si appoggia sulle piattaforme web più utilizzate in Cina: Alibaba, TMall, TaoBao, Yihaodian, Amazon.cn. La Laowaicang rappresenta quindi il ponte attraverso il quale i produttori italiani, facenti parti del progetto di export, possono offrire ai consumatori cinesi la qualità “made in Italy” dei loro prodotti. Come visibile dal sito web della Laowaicang, numerose sono le aziende italiane aderenti al progetto export Cina, ma ampio è il ventaglio di possibilità per aprire nuovi rapporti di collaborazione ed assicurare un’offerta sempre più completa e variegata al mercato cinese.