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Inizia il nuovo anno e si aprono le scommesse: quali saranno i trend da perseguire per vincere nell’infinto mondo del marketing e della comunicazione? Chi o cosa attrarrà l’interesse dei fans, del follower e, per dirla breve, dei clienti?

Partendo dal presupposto che digitale e reale non fanno ormai differenza, facciamo una sintesi dei primi sentori strategici che condurranno le fila del marketing 2022.

 

Tecnologia in primis

Nel 2019, la tecnologia non si limiterà a completare il nostro mondo analogico; lo reinventerà. A fronte di ciò, i fondamenti di “come viviamo, impariamo, lavoriamo, acquistiamo, socializziamo, commerciamo e organizziamo” continueranno a subire enormi cambiamenti.

Per questo è compito dell’esperto di comunicazione al vostro fianco fornire idee, soluzioni e contenuti che surfi sulla tecnologia anticipando le nuove tendenze di uso e consumo, reinventando codici e linguaggi con cui comunicare il vostro brand e la vostra attività. Non farlo sarebbe anacronistico: la tecnologia sta anche alzando l’asticella sulle aspettative e sull’esperienza dei consumatori che vogliono di più e non sono disposti a scendere a compromessi.

La realtà virtuale, ad esempio, potrà rappresentare una porta d’accesso che permetterà al brand o all’azienda di coinvolgere i propri consumatori attraendoli in una dimensione attiva e partecipativa in cui il consumatore/cliente potrà muoversi a 360°. Non è un caso che le principali piattaforme social, Facebook in primis, e le multinazionali digital oriented stiano spingendo l’acceleratore su funzionalità e tecnologie immersive.

 

Siamo tutti protagonisti

Vivere l’esperienza. Quante volte hai proposto a un cliente di vivere la tua esperienza propinandogli foto e video del tuo evento o dei tuoi “incontri speciali”?

Ebbene, il 2019 presuppone un cambiamento di ruolo. Al cliente non basta più seguire il brand: vuole partecipare attivamente alla sua vita. Il suo posto in platea gli sta stretto: vuole salire sul palcoscenico e interpretare la tua storia… a modo suo. Chi già sta utilizzando i social per mostrarsi ai propri clienti e ai propri fan si sarà reso conto di quanto siano gli stessi follower a proporsi come influencer temporali del brand. Ciò prelude a un cambiamento di paradigma che giunge al suo apice: dopo la democratizzazione della rete, è il tempo dell’inclusione.

 

Stop alla differenza di genere

Quando parliamo di inclusione parliamo anche, inevitabilmente di genere. La linea tra maschile e femminile si fa sempre più labile fino quasi a scomparire. Se pensate che Tinder offre già 37 diverse opzioni per l’identità di genere, tra cui “genere fluido”, appare chiaro che la dicotomia maschile e femminile sia diventata non solo obsoleta, ma persino pericolosa per chi continuerà a perpetuarla. Con l’avvento dei Millennials e della Generazione Z mantenere questa differenziazione potrebbe precludere ai brand un mercato più omogeneo mettendo perlopiù a rischio il loro status etico e sociale! Lo dicono le statistiche: oltre il 50% delle ragazze di Gen Z afferma che i valori sociali influenzano la loro scelta di marchi. I marchi più intelligenti del futuro faranno scelte di genere deliberatamente e consapevolmente, riflettendo i loro clienti e sforzandosi di essere più inclini a definizioni di genere sempre più ampie, mutevoli e fluide.

 

Emozionare (al momento giusto)

I brand devono offrire esperienze che coinvolgano i sensi e le emozioni. Mentre le migliori esperienze utente conducono con prestazioni e funzionalità, le esperienze di marchio più memorabili porteranno i clienti in un viaggio emotivamente coinvolgente, capace di offrire sorprese e delizie e alimentare relazioni significative.

Piuttosto che cercare l’effetto wow in ogni post, meglio creare una storia che accompagni il fan al momento wow, dove per “wow” si intenda un momento davvero coinvolgente, emozionante, presente e reale.

 

Economia condivisa addio: W gli abbonamenti

Secondo le analisi di mercato, si stima che nel 2019 l’economia della condivisione lascerà il passo all’economia dell’abbonamento. Gli abbonamenti che forniscono prodotti e servizi su richiesta diventeranno la norma per un numero crescente di settori e prodotti. Il modello di abbonamento può ridefinire il marchio oltre la categoria, cambiando radicalmente il modello di business e cambiando profondamente il modo in cui i marketer devono affrontare l’intero processo di sviluppo, distribuzione e go-to-market del prodotto. L’abbonamento si rivolge a praticamente tutti i consumatori, offrendo loro l’accesso a un inventario just-in-time altamente personalizzato senza la necessità di investire in articoli di grandi dimensioni.

I brand useranno gli abbonamenti come modo per creare relazioni dirette con il consumatore, ampliando le loro intuizioni e offerte.

 

 

Benessere: il nuovo valore aggiunto

Non importa cosa tu faccia. Ciò che conta è come lo fai. Tutte le aziende, dalla vendita al dettaglio al settore immobiliare, dovrebbero offrire un certo grado di esperienza di benessere per mantenere un vantaggio competitivo. 

Realtà come Saks, MGM e Marriott offrono già aree destinate ad aumentare il benessere dei propri clienti attraverso l’installazione di tecnologie atte a purificare l’ambiente, a mangiare sano o in cui si preveda esclusivamente uso di prodotti vegani. 

Il principio è valido non solo per i clienti ma anche per i dipendenti. 

Per essere più forti sul mercato i brand marketer e le risorse umane dovranno unire le forze per generare un valore maggiore dall’interno, dall’impiegato al cliente.  L’impegno dei dipendenti, la loro soddisfazione e fidelizzazione saranno la chiave per avviare relazioni più strette tra prodotto e persone: insieme potranno lavorare meglio e più proficuamente per attrarre i clienti, sovraperformare e battere la concorrenza. 

Uno studio del 2018 ha riportato che il 95% dei dipendenti ha maggiori probabilità di essere fedele a un’azienda che dimostra empatia nei confronti dei propri bisogni. Anche i clienti dimostreranno fedeltà, pagando il 52 percento in più per un’esperienza migliore. Ecco perché possiamo affermare che questo nuovo approccio sarà un fattore chiave per l’evoluzione del brand e la sua affermazione per un 2020 all’apice del successo.

 

 

Da che parte stai?

I marchi dovranno decidere da che parte stare: se offrire cioè prodotti di alta o bassa fedeltà.

I consumatori pagheranno di più per i marchi che offriranno un’esperienza unica, ma vorranno anche marchi capaci di fornire ciò che vogliono a basso costo. Ciò che conta è fare una scelta: i marchi che opereranno nel mezzo, offrendo valore utilitaristico senza un distinto punto di differenza, sono destinati a estinguersi. Anche i marchi tradizionali dovranno offrire esperienze uniche al fine di influenzare e guidare l’acquisto ripetuto. 

Si prendano in considerazione, ad esempio, i rivenditori di generi alimentari come Aldi o Lidl la cui proposta di valore è radicata in un’esperienza senza fronzoli che fornisce alta qualità a prezzi bassi. Sono luoghi che non promettono nulla di straordinario, ma che facendo ciò che dicono, guadagnano credibilità presso il consumatore.

Diversamente, i marchi di alta fedeltà dovranno differenziarsi mantenendo la promessa di un’esperienza unica. Restando nel genere alimentare, i marchi mainstream si dovranno differenziare attraverso l’esperienza, perseguibile mediante l’utilizzo del design, del packaging, del merchandising… Ogni escamotage che doni al cliente qualcosa per cui valga la pena premiare la marca sarà ben accetto!

Il su misura, l’effetto sorpresa, situazioni inaspettate, eccitanti e divertenti, saranno le leve su cui costruire le loro strategie. Un esempio? Le esperienze di unboxing: promuovono il coinvolgimento e la fedeltà al marchio, trasformando gli oggetti quotidiani in momenti degni di Instagram e YouTube.