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Grazie a Bimag per averci dedicato un articolo e grazie a Filippo Poletti per averlo scritto.

Vendere su Instagram orologi da 10 mila euro? Possibile, eccome. Fino a pochi mesi fa Baggio Luxury, multibrand degli accessori di lusso dal 1930 con headquarters a Rovato nel Bresciano, non era su Instagram. Poi la scelta: comunicare e ampliare il proprio pubblico attraverso il social media dedicato alle immagini, affidandosi a un’agenzia fotografica giovane e creativa, la Jbs Agency di Lecco.

«Su Instagram accade l’impossibile – racconta a BiMag Matteo Pasquali, 31 anni, tra i fondatori dello studio lombardo nato nel 2010 –. Il segreto sta nella qualità fotografica dello still life che, definito da contenuti coerenti e originali, esplode sul social network nella sua espressione più accattivante».

NOI COME CARAVAGGIO: NATURE MORTE MA PER INSTAGRAM

BiMag è andato nel laboratorio lecchese della Jbs Agency di via Roma 66, a due passi dalla centralissima piazza Manzoni, per cercare di capire i segreti degli scatti per Instagram. L’etichetta di still life, traducibile in italiano come natura morta, male si addice al lavoro vivo e creativo che sta dietro a chi – come Matteo – collabora con aziende grandi, medie e piccole per animare le loro pagine aperte sui social media.

«Noi fotografi dello still life per Instagram siamo i Caravaggio del ventunesimo secolo», dice il fotografo e videomaker, una laurea in comunicazione digitale alla Statale di Milano e un diploma in arti grafiche alla scuola salesiana di Milano.

UN’ORA DI SCATTI, 5 ORE PER ALLESTIRE IL SET

Fin qui, dunque, la teoria. Entrando nel laboratorio lecchese di Jbs Agency – tra i clienti Granarolo, la catena alberghiera Boscolo, Venchi, l’industria alimentare Madeo, Buondì Motta e Bauli – scopriamo i segreti della pratica: «Le aziende ci mandano le foto dei prodotti che intendono realizzare. Noi facciamo gli still life reali».

Per ogni foto di Buondì postata su Instagram, tanto per fare un esempio, servono 15 scatti: «Lo shooting dura per ogni immagine un’ora – prosegue Matteo, socio assieme Fabiana Gilardi, un passato da giornalista di moda e lifestyle –. Dato il tema della foto, prima di scattare servono diverse ore per ricercare i materiali con cui allestire il piccolo set».

L’asso nella manica di Jbs Agency per quanto riguarda le quinte su cui appoggiare i prodotti da fotografare? «I pannelli dei pavimenti per case e uffici, esposti negli show room».

LO STILL LIFE SU INSTAGRAM È NULLO SENZA UNA SOONY A7R

C’è un ultimo trucco da svelare: «La tecnica fotografica è nulla senza una macchina fotografica d’eccellenza – rimarca Matteo mostrandomi l’ampio archivio fotografico –. Per gli scatti adv dedicati ai social media utilizzo una Sony a7RII, compatta e full-frame: è maneggevole e professionale e il suo corpo pesa la metà rispetto alle migliori fotocamere digitali DSLR. Fino a cinque anni fa la postproduzione di una foto necessitava di sei ore di lavoro».

Oggi con un’ora è possibile completare il lavoro e spedirlo alle aziende: il food stylist, per rimanere nell’ambito del cibo, deve essere rapido, fornendo all’azienda da una a quattro immagini al giorno da postare su Instagram. «A differenza di quelli di Caravaggio, i nostri still life nascono un determinato giorno per morire il giorno stesso, fino a quando cioè non è postata un’altra immagine su Instagram».

PROSSIMA SFIDA, VENDERE SU INSTAGRAM CAPI DA 10MILA EURO

 

È tempo di salutare Matteo. Non prima, tuttavia, di scoprire la sua prossima sfida: aiutare Antonella Valsecchi a commercializzare le sue pellicce. «Il fotografo per social media deve avere una sensibilità commerciale, così da promuovere il prodotto al meglio».

Riuscirà Valsecchi a vendere i capi da 10 mila euro in rete? Su Instagram anche l’impossibile è possibile. Soprattutto se ti chiami Jbs Agency, acronimo di Jam brainstorming shop, in italiano “marmellata creativa in vendita”.

PRESS RELEASE

Grazie a Bimag per averci dedicato un articolo e grazie a Filippo Poletti per averlo scritto.

Vendere su Instagram orologi da 10 mila euro? Possibile, eccome. Fino a pochi mesi fa Baggio Luxury, multibrand degli accessori di lusso dal 1930 con headquarters a Rovato nel Bresciano, non era su Instagram. Poi la scelta: comunicare e ampliare il proprio pubblico attraverso il social media dedicato alle immagini, affidandosi a un’agenzia fotografica giovane e creativa, la Jbs Agency di Lecco.

«Su Instagram accade l’impossibile – racconta a BiMag Matteo Pasquali, 31 anni, tra i fondatori dello studio lombardo nato nel 2010 –. Il segreto sta nella qualità fotografica dello still life che, definito da contenuti coerenti e originali, esplode sul social network nella sua espressione più accattivante».

NOI COME CARAVAGGIO: NATURE MORTE MA PER INSTAGRAM

BiMag è andato nel laboratorio lecchese della Jbs Agency di via Roma 66, a due passi dalla centralissima piazza Manzoni, per cercare di capire i segreti degli scatti per Instagram. L’etichetta di still life, traducibile in italiano come natura morta, male si addice al lavoro vivo e creativo che sta dietro a chi – come Matteo – collabora con aziende grandi, medie e piccole per animare le loro pagine aperte sui social media.

«Noi fotografi dello still life per Instagram siamo i Caravaggio del ventunesimo secolo», dice il fotografo e videomaker, una laurea in comunicazione digitale alla Statale di Milano e un diploma in arti grafiche alla scuola salesiana di Milano.

UN’ORA DI SCATTI, 5 ORE PER ALLESTIRE IL SET

Fin qui, dunque, la teoria. Entrando nel laboratorio lecchese di Jbs Agency – tra i clienti Granarolo, la catena alberghiera Boscolo, Venchi, l’industria alimentare Madeo, Buondì Motta e Bauli – scopriamo i segreti della pratica: «Le aziende ci mandano le foto dei prodotti che intendono realizzare. Noi facciamo gli still life reali».

Per ogni foto di Buondì postata su Instagram, tanto per fare un esempio, servono 15 scatti: «Lo shooting dura per ogni immagine un’ora – prosegue Matteo, socio assieme Fabiana Gilardi, un passato da giornalista di moda e lifestyle –. Dato il tema della foto, prima di scattare servono diverse ore per ricercare i materiali con cui allestire il piccolo set».

L’asso nella manica di Jbs Agency per quanto riguarda le quinte su cui appoggiare i prodotti da fotografare? «I pannelli dei pavimenti per case e uffici, esposti negli show room».

LO STILL LIFE SU INSTAGRAM È NULLO SENZA UNA SOONY A7R

C’è un ultimo trucco da svelare: «La tecnica fotografica è nulla senza una macchina fotografica d’eccellenza – rimarca Matteo mostrandomi l’ampio archivio fotografico –. Per gli scatti adv dedicati ai social media utilizzo una Sony a7RII, compatta e full-frame: è maneggevole e professionale e il suo corpo pesa la metà rispetto alle migliori fotocamere digitali DSLR. Fino a cinque anni fa la postproduzione di una foto necessitava di sei ore di lavoro».

Oggi con un’ora è possibile completare il lavoro e spedirlo alle aziende: il food stylist, per rimanere nell’ambito del cibo, deve essere rapido, fornendo all’azienda da una a quattro immagini al giorno da postare su Instagram. «A differenza di quelli di Caravaggio, i nostri still life nascono un determinato giorno per morire il giorno stesso, fino a quando cioè non è postata un’altra immagine su Instagram».

PROSSIMA SFIDA, VENDERE SU INSTAGRAM CAPI DA 10MILA EURO

 

È tempo di salutare Matteo. Non prima, tuttavia, di scoprire la sua prossima sfida: aiutare Antonella Valsecchi a commercializzare le sue pellicce. «Il fotografo per social media deve avere una sensibilità commerciale, così da promuovere il prodotto al meglio».

Riuscirà Valsecchi a vendere i capi da 10 mila euro in rete? Su Instagram anche l’impossibile è possibile. Soprattutto se ti chiami Jbs Agency, acronimo di Jam brainstorming shop, in italiano “marmellata creativa in vendita”.